Motopassione
CURIOSITA'
- Il prezzo di listino della “125” nel 1968 era di 215.000 Lire, nel 1972 aveva raggiunto le 311.000 Lire.
- La casa costruttrice non enfatizzava le prestazioni del motore di serie sui dépliant pubblicitari: per la “125”, ad esempio, veniva dichiarata una potenza all’albero di 10 CV, quando in realtà ne sviluppava quasi 12,5 alla ruota.
- In alternativa ai semimanubri di serie era fornito dalla casa un manubrio di impostazione turistica, con traversa orizzontale di giunzione, più comodo ma poco in tono con l’estetica generale del mezzo.
- In conformità all’indole sportiva del modello, il carburatore era dotato di serie di un cornetto di aspirazione privo di filtro, anche se a richiesta era disponibile un filtro dell’aria di forma circolare.
- La “Sport Special” era dotata di batteria a 6 V ed 8 Ah, ma l’accensione (bobina / candela) e il fanale (abbagliante / anabbagliante) erano alimentati direttamente da un avvolgimento del volano; la batteria serviva ad alimentare le luci di posizione, la luce di stop e l’avvisatore acustico. Per accedere alla batteria era necessario rimuovere la sella.
- Tra gli appassionati erano molto popolari i kit di elaborazione commercializzati da Primo Zanzani (già direttore tecnico del reparto corse MotoBi). Il kit motoristico, disponibile sia per la “125” che per la “250” a un prezzo di 63.000 Lire (nel 1970), comprendeva un albero a camme ed un pistone differenti, punterie al cromo ed un cambio con rapportatura modificata. La potenza saliva, nel caso della “125”, a 16,5 CV a 10.800 giri per 140 km/h di velocità massima (praticamente le prestazioni della “250” di serie). A 70.000 Lire era disponibile il kit ciclistico comprendente rinforzi per il telaio, pedane arretrate, forcellone e boccole. Il serbatoio da corsa in alluminio era in vendita a 28.000 Lire.
Motore (Engine) |
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Tipo di motore (Engine type): | Monocilindrico verticale, 4 tempi |
Cilindrata (Displacement): | 248.5 cc |
Alesaggio per corsa (Bore Stroke): | 74 x 57.8 mm |
Compressione (Compression ratio): | 10:1 |
Valvole per cilindro (Valve): | 2 |
Alimentazione (Fuel System): | Carburatore Dell’orto SS 29 |
Raffreddamento (Cooling system): | Aria |
Quantità olio (Oil capacity): | |
Avviamento (Starter): | Pedale |
Potenza (Power): | 24 Cv a 8500 giri |
Copia massima (Torque): | |
Scarico (Exhaust): | |
Dimensioni e Peso (Dimentions and Weight) |
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Lunghezza (Overall Length): | 2,000 mm |
Larghezza (Overall Width): | 590 mm |
Altezza (Overall Height): | |
Altezza sella (Seat Height): | 760 mm |
Interasse (Ground Clearance): | 1.350 mm |
Distanza minima da terra (Wheelbase): | |
Peso a vuoto (Dry Weight): | 116 Kg |
Peso in ordine marcia (): | |
Serbatoio (Fuel Tank Capacity): | |
Trasmissione (Trasmission): |
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Cambio (Gearbox): | 5 marce |
Frizione (Clutch): | Multidisco |
Trasmissione finale (Final drive): | Catena |
Prestazioni |
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Velocità massima (Max Speed): | 170 Kmh |
400 mt: | |
Emissioni e consumi: | |
Standard: | |
Altro |
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Colore ROSSO RAME | |
Nel 1980 fece la sua comparsa in Europa una moto che avrebbe fatto la storia per oltre un decennio. Si tratta della Yamaha RD 350 LC. La due tempi che fece invecchiare improvvisamente tutte le moto della sua epoca, comprese le maxi.
La Yamaha RD 350 LC è senza dubbio una delle moto giapponesi più iconiche della storia. Possiamo senza dubbio dire che questa bicilindrica due tempi di Iwata ha avuto un impatto sul mercato e sulla storia del motociclismo quasi pari a quello che dieci anni prima aveva avuto la Honda CB 750 Four.
La Yamaha RD 350 LC (dove LC sta per “liquid cooled”) nacque nel 1979 come evoluzione della precedente serie RD 350 con motore raffreddato ad aria e con impostazione ciclistica più turistica. In Europa la LC sbarcò nel 1980 e in Italia arrivò solo nel 1981. All’epoca le sue prestazioni erano semplicemente “stupefacenti” per una 350: 47 CV di potenza massima ed una velocità massima che superava abbondantemente i 190 km/h!
Le rivali di pari cilindrata in Italia (Guzzi V 35, Morini 350 od Honda CB 350 Four), tutte mosse da motori a quattro tempi al suo cospetto praticamente sparivano… Così come dovevano inchinarsi alle sue prestazioni esuberanti anche tutte le 500 e le 750 dell’epoca.
In Italia, a causa delle restrizioni alle importazioni di moto giapponesi di cilindrata inferiore ai 380 cm3, l’importatore poteva farne arrivare non più di 200 pezzi all’anno, che praticamente erano introvabili. Si diffuse così la pratica dell’importazione parallela da altri mercati europei, e praticamente le poche moto che si riusciva a far sbarcare in Italia venivano vendute al miglior offerente, ben oltre il prezzo di listino ufficiale.
Nel 1983 arrivò la versione YPVS con la valvola parzializzatrice delle luci di scarico.
Nel 1983 apparve la altrettanto famosa e ricercata versione YPVS, dotata cioè della “valvola magica” Yamaha Power Valve System, un brevetto Yamaha derivato dalle corse che parzializzando le luci di scarico ai bassi e medi regimi eliminò il grande difetto dei due tempi dell’epoca, cioè la risposta del motore ai bassi regimi appunto. Con quasi 60 CV di potenza massima, questa nuova versione (dotata anche di un piccolo cupolino e di un puntale inferiore che carenava la parte bassa della moto) sfiorava addirittura i 200 km/h!
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